Abbiamo già parlato di Titano in un articolo del 26 Settembre 2018.
Titano è un satellite naturale di Saturno ed è grande circa una volta e mezzo la nostra Luna. Nel corso dei decenni si sono susseguite missioni esplorative nel sistema di Saturno che hanno permesso di osservare anche a Titano. Vale quindi la pena ricordare Pioneer 11, la prima sonda a visitare la zona di Saturno, seguita poi da Voyager 1 che, nonostante alcune problematiche legate all’atmosfera del satellite, riuscì a scattare alcune interessanti fotografie della sua superficie (soprattutto la zona delle macchie scure di Xanadu e Shangi-La). Infine la missione Cassini-Huygens è quella che ad oggi ci ha permesso di scoprire le informazioni più interessanti legate a Titano.
E’ notizia di pochi giorni fa che, grazie ai dati della missione Cassini-Huygens, si è completata la mappatura geologica della superficie di Titano. E’ i risultati sono in linea con quelli che ci si aspettava: il paesaggio del satellite è per molti versi simile a quello della terra, con valli, vaste pianure, montagne e grandi laghi. Il paesaggio varia a seconda della latitudine, ma la maggior parte è costituito da ampie pianure, le montagne non supererebbero il 14% della superficie totale. I laghi che, come ricorderete, sono di metano liquido occupano il 1,5%. Un dato molto interessante è che i crateri di impatto non sono molti e questo lascia presupporre che Titano sia geologicamente giovane.

La NASA ha già fatto sapere di voler procedere con l’invio di un drone per poter sorvolare la superficie di Titano e studiarla nel dettaglio. Ricordiamo che Titano potrebbe diventare una delle future basi di un’umanità destinata a viaggiare sempre di più nello spazio. Il drone sarà inviato all’interno della missione Dragonfly. Partirà quasi certamente nel 2026 per raggiungere Titano nel 2034… tra 15 anni.